Il primo passo verso la morte è proprio la vita. Penso sia un po’ la stessa cosa per il successo. L’unico modo per avvicinarcisi è fallire. Magari anche tante tante volte.
Merita?
Non sono io a deciderlo.
Per me vale la pena tutto. Provarci, riprovarci, sbagliare, rompere, riattaccare i pezzi, smantellarli, buttarli per aria, prendere una nuova tela e ricominciare tutto da capo, una, due, mille volte. Non credo al tempo né al destino. Penso dipenda tutto da se stessi, dall’attimo in cui si vive, dall’ispirazione che si ha. È proprio questo che determina la voglia di intraprendere una strada piuttosto che un altra, mangiare il dolce o salato, uscire o restare.
Non credo sia troppo tardi, mai, per niente e per nessuno. Non credo sia tardi per venire fuori, vivere, innamorarsi, fare follie.
L’unica cosa in cui credo è l’amore. Libero, infinito, incondizionato. La mia più grande ispirazione.
Come un cane che si morde la coda, io e lui ci rincorriamo. Chi è il cane? E chi la coda? Che importanza ha? Alla fine è pur sempre un cerchio perfetto, come quello di Leonardo Da Vinci, che rottola su se stesso, chiuso, senza farci entrare nessuno.
http://sonnette.centerblog.net/4471-meilleurs-voeux-2016 buon anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie, Rosa! Tanti Auguri per un Buon Anno Nuovo!
Leggo e medito. L’amore non è mai a senso unico. Se il cerchio deve essere perfetto come l’uomo vetruviano di Leonardo, questo deve essere di dare e di ricevere.
Ti auguro un sereno e felice 2016, ricco di soddisfazioni di ogni genere.
Grazie! Soprattutto per le tue riflessioni! Buon Anno Nuovo!
Un anno pieno di Amore. E se il cerchio non è perfetto … pazienza. Buon 2016! 🙂
Grazie!!! Hai perfettamente ragione! Anche a te un Buonissimo Nuovo Anno!
Ho sempre tentato ho sempre fallito..non importa , tenta ancora , fallisci ancora, fallisci meglio.
Vita e morte il cerchio perfetto .
Successo e insuccesso si inseguono come segugi …la preda ed il predatore vogliono la stessa cosa …il Ka è una ruota, lui parla eikl vento soffia
Prima dello sviluppo economico occidentale del secondo dopoguerra e prima del consolidamento della società industriale, la morte era realmente parte della vita e non solo la fine della vita. Era qualcosa di inevitabile, più di tanto non ci si poteva affannare per evitare l’incontro con la signora con la falce e il manto nero. E soprattutto se ne aveva molta meno paura di quanto non se ne abbia attualmente. Se ne parlava in famiglie, in pubblico, ovunque. Era come parlare di calcio il lunedì mattina al bar insomma. In un certo senso, se ti capitava di morire, era proprio perché avevi vissuto, anzi, stavi vivendo. Oggi, con il progresso della scienza medica, chiunque tenta di allontanare il fatidico incontro, con cure sempre più sofisticate e alla portata di molti. Questo non è strano a tutti noi. Tentare e fallire al giorno d’oggi, è un po’ come vivere e non accettare di morire 100 anni fa. Oggi ci insegnano a non fallire, se fallisci sei finito. Non è ovviamente così. 100 anni fa se stavi male e rischiavi di morire, tutti si stringevano intorno a te perché quella non era la fine della vita (certo si cercava di allontanare la morte dando conforto al malato), era semmai l’appropinquarsi si un’altra fase della vita stessa chiamata morte. Poi, per la maggioranza dell’epoca che era credente, la vita continuava nell’Aldilà. Oggi, se stai male, vieni nascosto al mondo. Non ti devi far vedere in uno stato non ottimale. Se stai male o se fallisci, sei da rottamare. Hai un segno in fronte che ti viene messo affinché tutti ti riconoscano, cosicché, è ancora più difficile, se non impossibile, imparare dai propri insuccessi.
Hai perfettamente ragione! è stato interessante leggere questo sguardo nella storia ed il confronto con la realtà; certo è che non fa una piega:-) Grazie!
È stato interessante leggerti. Quindi mi è venuto di getto quel commento su di un tema che mi è sempre piaciuto…la morte come una fase della vita…e ho cercato di fare un collegamento con il tuo post 😉
Ciao …non è mai troppo tardi per fare nulla …..o meglio …non esiste un tempo preciso per fare qualcosa …io ho cominciato a suonare in un gruppo a 50 anni …e mentre suono sorrido ..sentendo la canzone ..il brano il pezzo che prende vita dal mio e dagli strumenti degli altri componenti la band ….è un crescendo di emozioni …sensazioni mia provate …che forse la mia età rendono ancora più forti …buona vita
Sergio
MITICO SERGIO!!! UN ESEMPIO DA SEGUIRE!!!! GRAZIE!
Grazie a te …!!.,
Condivido pienamente.
Piacere di conoscerti.
Carlo
Grazie, Carlo! Piacere mio!
Infatti non è mai troppo tardi, soprattutto per vivere.
Buon Anno! 🙂
giustissimo! Buon 2016 anche a te!
Come dico sempre: meglio provare e fallire che non farlo e vivere nel rimorso del “avrei avuto successo o avrei fallito?”
E dici proprio bene!